sabato, dicembre 31, 2011

Bilanciando

Alla fine cosa è la sconfitta?
Sono stanca, stanca di esserci sempre, di continuare a cercare di facilitare le cose a chi da tempo, non fa più parte della mia vita.
Fatico a dormire e mi ritrovo a fissare un vuoto che sento riempire tanti momenti, e penso.
Penso ai silenzi con cui hai riempito e fomentato le mie rabbie e alla delusione subentra il senso di sconfitta.
Mi manca l'aria...
Devo riallenare il respiro al "vecchio" che riemerge contro alla gran voglia di costruire che sento abbandonarmi.
La situazione non è semplice da reggere, da gestire..ci vorrebbe un’altra vita…
Guardarti non mi suscita più la rabbia che provavo fino a qualche anno fa.
Ora, ciò che sento nei tuoi confronti è basato su ragionamenti e introspezioni.
Anni e anni di paralleli continui per trovare, più che le responsabilità, come hai sempre amato fare tu, le risposte.
Ora basta.
Sento di aver imparato tanto in questi ultimi due anni.
Sento che per prima cosa devo custodire la mia serenità, ho ridato faticosamente fiducia alla vita e non voglio rinunciarci.
Mi sento forte di me stessa, le ombre della mia paura sono sfocate e fatico a riconoscerle.
E questo che ho fatto a me stessa, pur privandomi di una sicura "soluzione", è il più bel regalo che potessi farmi.
Ho imparato che stare con se stessi, dentro il costruire qualcosa, parte sempre dal lato rotto delle cose.
Non ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa,
bensì di una persona che sappia comunicarmi il suo punto di vista senza annullare il mio,
perchè sento non ho mai cercato in te comprensione, piuttosto complicità...
e qualcuno che sapesse accogliere parole,emozioni e silenzi senza giudizio alcuno....
perchè tutte e volte che la mia anima era buia non mi hai mai dato la tua luce,
ma nemmeno mi hai mostrato i miei "interruttori" per illuminarmi ancora,
perchè voglio brillare "al fianco" senza fare ombra o rubare energia.
Che solo così, faticosamente apro la strada alle opportunità che non contemplano ne vittorie ne sconfitte.
E' come essere sempre pronti a partire,
con una valigia che cambia sempre secondo la destinazione
ma spesso si parte sempre con 4 farfalle...

venerdì, dicembre 30, 2011

Ieri, oggi, domani

Testimonianze di scelte defunte, dietro sospiri avventati nell'esitazione.
Un bivio circoscritto da idee, che arraspano l'eliminazione reciproca;
l'una che emette i primi vagiti, l'altra che spira nell'inadeguatezza;
come briciole di pane, disseminate nel viottolo della fantasia,
ove il bisogno primario del nutrimento porterà all'usufruire delle stesse,
lasciando ai ciottoli le inefficienti.
La scelta emetterà la sentenza di ''condanna'' per quelle opzioni immature,
inversamente proporzionali alle personali esigenze.
Può accadere che lacrime, ancora non concepite, al momento della decisione,
respirino negli occhi fecondi,in futuro.
L'incendio del rimpianto arderà il passato.

Tra le pareti del cuore

domenica, dicembre 25, 2011

Muovi il mouse, intanto però... AUGURI!

martedì, dicembre 20, 2011

IO NON HO PAURA



Ci penso da lontano da un altro mare un’altra casa che non sai
La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione
Ci penso da lontano e ogni volta è come avvicinarti un po’
Per chi ha l’ anima tagliata l’amore è sangue, futuro e coraggio
A volte sogni di navigare su campi di grano
E nei ritorni quella bellezza resta in una mano
E adesso che non rispondi fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero
E tu da li mi sentirai se grido
Io non ho paura
Il tempo non ti aspetta
Ferisce questa terra dolce e diffidente
Ed ho imparato a comprendere l’indifferenza che ti cammina accanto
Ma le ho riconosciute in tanti occhi le mie stesse paure
Ed aspettare è quel segreto che vorrei insegnarti
Matura il frutto e il tuo dolore non farà più male e adesso alza lo sguardo
Difendi con l’amore il tuo passato
Ed io da qui ti sentirò vicino
Io non ho paura
E poi lasciarti da lontano rinunciare anche ad amare come se l’amore fosse clandestino
Fermare gli occhi un istante e poi sparare in mezzo al cielo il tuo destino
Per ogni sogno calpestato ogni volta che hai creduto in quel sudore che ora bagna la tua schiena
Abbraccia questo vento e sentirai che il mio respiro è più sereno
Io non ho paura
Di quello che non so capire
Io non ho paura
Di quello che non puoi vedere Io non ho paura
Di quello che non so spiegare
Di quello che ci cambierà

lunedì, dicembre 12, 2011

Pensiero

Cosa c'è di più complicato della definizione di un pensiero? Un pensiero è la cosa più personale che possa esistere, inquinato dalle mille sfaccettature da cui è nato, colorato dalle infinite implicazioni, arginato dalle esperienze personali. Il pensiero è "Proprio". Ci sono pensieri che fanno nascere emozioni silenziose che ci rindondano dentro, a cui finiamo noi stessi con l'abituarci. Non riesco a regalarti i miei pensieri... Non come vorrei almeno. Per farlo dovresti riuscire a vedere le cose dal mio punto di vista, e comunque non sarebbe la stessa cosa. Perchè non bisognerebbe mai scordarsi delle occasioni perse, Non bisognerebbe mai scordarsi che non è mai "il tempo giusto". A volte... non è il tempo. A volte manca tutto e nulla è al suo posto di quello che vorresti e non ne comprendi la ragione. Gli atti distratti, ti fanno far finta di non scordare mai nulla. E' come fare un girotondo mischiando i pezzi di due puzzle: passato e futuro e chiedersi se troverai, per caso, due pezzi identici.

martedì, dicembre 06, 2011

La chiocciola che racconta con parole d'acqua

Tra le creazioni più inclini all'incantamento c'è la fontana di Sant'Agata Feltria, la seconda nata in ordine cronologico. Anch'essa porta con sé il fascino della favola e dispiega il pensiero filosofico guerriano. La chiocciola, che ha così tanta tenerezza per la pioggia da uscire solo dopo che questa è caduta, è il simbolo della lentezza e della costanza.

La sua lentezza è indice di saggezza: attesta che "procedere lentamente è il modo giusto per aspettare che l'anima ci raggiunga, andando troppo in fretta si rischia che l'anima resti indietro". Una frase che il maestro ha raccolto dagli aborigeni dell’Amazzonia e che cita spesso come stimolo per la riflessione in questo nostro tempo frettoloso. La fontana è composta da oltre 300.000 tessere di mosaico policrome e dorate ed è stata realizzata dall'artista ravennate Marco Bravura.

Amen

Non facile farlo, è necessario mettere da parte se stessi e mettersi nel punto di vista dell'altro lasciando spazio al suo "stato". Capire che c'è un dolore che offusca e va al di la della realtà che ci circonda. Qualcosa di enorme che travolge ma che può non far paura a chi ti sta davanti perchè non l'ha vissuto. E sento che non è il "sentirmi accolta" che manca. Manca davvero un incontro su un piano diverso. Senza la continua fatica di trovare confini fra dentro e fuori, fra un esterno che invade un dentro e un dentro che così diventa subito un esterno... Senza mai una degna sepoltura, ne fuori... ne dentro di me.

lunedì, settembre 07, 2009

Ed... ancora.

si supera tutto: il rancore, la rabbia, le aspettive, le speranze e le illusioni.

resta l'amarezza della consapevolezza di uno sguardo che non ha la possibilità di andare oltre.

e ritrovarsi ladri delle tue parole

per tornare a respirare l'emozione.

lunedì, agosto 24, 2009

La Storia che sto per raccontarvi è una Storia d'Amore. Una storia che sembra una
favola, tanto è intrisa di magia.
Ma tutto è incredibilmente vero.
E' la storia di un uomo che ha aspettato tutta la vita la ragazza di cui si era innamorato.
Lui aveva 26 anni, veniva dalla Lettonia e si chiamava Edward Leedskalnin.
Lei si chiamava Agnes Skuvst e aveva solo 16 anni.
Lui era sicuro che lei avrebbe accettato di sposarlo.
Perché per Lei, aveva deciso di costruire qualcosa di speciale.
Qualcosa che non potesse dimenticare.
Per Agnes Ed aveva deciso di costruire, da solo e con le sue stesse mani, un intero castello.
Con questa idea in testa Ed era partito dalla Lettonia alla ricerca del posto giusto, del luogo ideale per il suo sogno d'amore.
Girò Europa, Canada e Stati Uniti ma solo quando giunse in Florida capì che aveva
trovato il luogo adatto.
Come fa a capirlo? Perché in Florida scopre un particolare tipo di pietra.
Da queste parti la chiamano Coral Stone, la pietra di Corallo: Ed farà allora per
Agnes un Castello di pietra solido e pesantissimo che avrà un nome leggero: Coral
Castle, appunto.
Prima di entrare nel romantico mondo di Ed Leedskalnin, vediamo però quali altri
grandi monumenti sono stati costruiti per amore.
L'ispirazione d'amore di Ed trova eco attraverso lo spazio e il tempo: per amore
gli uomini hanno realizzato, da sempre e ovunque, opere mozzafiato. E' il caso di
uno dei gioielli d'India, il Taj Mahal, voluto dal re Shah Jahan in memoria
dell'adorata moglie Mumtaz Mahal. Ma anche una delle leggendarie Sette meraviglie
del mondo, i Giardini Pensili di Babilonia, fu fatta costruire da Nabucodonosor
per la sua consorte.
E ancora: il meraviglioso Castello di Chenonceau, sospeso su un fiume, nella
regione della Loira francese, fu un regalo del giovane re Enrico II alla sua
amante di vent'anni più vecchia: Diane di Poitiers. Ad Istanbul, invece, il
Sultano "Solimano Il Magnifico", fece erigere un Hammam, un bagno turco, in onore
di Roxelana, la prediletta del suo Harem: una schiava di origine russa, che
divenne Sultana Madre.
Tornando a Coral Castle ed entrando nella reggia che Ed aveva costruito per
Agnes, si rimane incantanti
dall'imponente struttura che ci accoglie.
La "coral stone" è meravigliosa. Ma quanto pesa?
I muri sono spessi sono costruiti con pietre che pesano 6 tonnellate.
Uno degli oggetti preferiti da Ed, "The Rocker", una sedia a dondolo di roccia,
pesa 10 quintali!
Nella fontana della Luna, che rappresenta le fasi lunari: luna crescente, piena e
calante, i quarti di luna pesano 18 tonnellate ciascuno.
La luna piena, pesa 23 tonnellate: ventitré-mila-chili!
Il Great Obelisk, l'obelisco alto oltre 8 metri arriva a sfiorare i trentamila
chili: 28 tonnellate di purapietra.
Come si sposta una pietra da sei tonnellate? E una da 9? E una da 28, alta 8
metri?

Poteva bastare l'argano costruito da Ed con tre pali del telefono?
Nessuno però ha mai visto lavorare Ed: ha costruito tutto questo castello
pesantissimo senza nessun aiutante, lavorando, da solo, da mezzanotte all'alba.
Tra le cose che ha usato per l'edificazione della sua reggia, ci colpiscono
alcuni oggetti strani: bottiglie
avvolte in filo di rame, e sintonizzatori radio.Come ha fatto a tagliare e a
spostare queste pietre da solo?
E perché non voleva che nessuno lo vedesse? Una delle poche immagini di Ed, lo
mostra accanto ad un tripode realizzato con un semplice sistema di carrucole e
pali di legno.
Secondo molti non poteva bastare a spostare i massi di Ed. Non con la semplice
meccanica dell'argano.
Doveva servire a qualcos'altro: il segreto era in una scatola montata in alto...
In molti credono che Ed avesse trovato il modo per sconfiggere la gravità.
Per i suoi complessi calcoli astronomici, tra cui il disegno della reale orbita
che la Terra compie intorno al Sole, Ed ha usato un Telescopio Polare che pesa
circa trenta tonnellate e punta sempre la Stella.
Per spostarlo, Ed avrebbe usato le stesse tecniche che spiegherebbero alcuni
misteri che conosciamo bene...
Piana di Giza, Yucatan, Perù: tutti luoghi che ospitano monumenti la cui
costruzione è difficile da immaginare migliaia di anni fa. Secondo ricercatori
considerati eretici, il segreto sarebbe nel magnetismo terrestre. In un suo
scritto Ed Leedskalnin affermò infatti:"Tutta la materia consiste di magneti
individuali, ed è il movimento di questi magneti nella materia attraverso lo
spazio che produce fenomeni quantificabili come il magnetismo e l'elettricità".
Da un punto di vista scientifico questa affermazione ha ben poco senso ma secondo
molti contiene la chiave per decifrare la tecnica di minimizzazione della forza
di gravità.
L'idea è che tutta la materia abbia delle proprietà magnetiche e che basta
avvolgerla con del filo di rame e poi mandare il giusto impulso radio per
annullare la sua gravità.
Un impulso che potrebbe partire da una piccola stazione radio, che secondo molti
era nascosta nella scatola sopra il tripode usato da Ed.
Ed ha anche costruito ambienti molto particolari come la "Grotto of 3 bears", la
"stanza dei giochi" pensata per i bambini: Ed ne immaginava tre.
Oppure la "Repentance Corner", la stanza costruita per mettere in punizione gli
stessi bambini.
Certo un pensiero strano ma che, come vedremo, forse nasconde un altro
significato...
Questa stanza allora non sarebbe stata destinata alle punizioni: la sua posizione
strategica e le sue fessure particolari potevano invece servire ad ascoltare e a
"sintonizzare" le frequenze radio che venivano dalla sua scatola.
C'è chi, a questo punto, ha parlato di conoscenze esoteriche, chiamando in ballo
termini come Levitazione Sonica e nomi come quelli di Madame Blavatsky e John
Keely.
Testimoni oculari raccontano di aver conosciuto monaci tibetani in grado di
sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto
dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri.
Parlano della leggendaria Levitazione Sonica.
In tempi recenti è stato dimostrato che è possibile sollevare piccole pietre
utilizzando vibrazioni sonore.
Secondo i ricercatori non riconosciuti dalla scienza ufficiale, la forza di
gravità attirerebbe le cariche
positive e respingerebbe quelle negative, per una ragione ancora ignota.
Gestendo la carica negativa della materia si potrebbe allora gestire la velocità,
la direzione e la durata del
"volo".
Nella seconda metà dell'ottocento John Worrel Keely, inventò una serie di
macchine per sollevare in aria gli oggetti e disintegrare la pietra.
Keely utilizzava il suono prodotto da strumenti musicali e propagato attraverso
un filo metallico.
Molti i testimoni dei suoi esperimenti: da Jules Verne a Thomas Edison, tanto da
spingere i grandi finanzieri dell'epoca a costituire un'azienda, la Motor Keely,
impegnando ben cinque milioni di dollari nell'impresa.
Keely rifiutò però di rivelare la natura della forza "eterea" utilizzata e il
conflitto con i finanziatori, lo
spinse, in preda all'ira, a distruggere parte di quanto aveva scoperto e creato.
Morì povero e dimenticato.
Madame Blawatsky però gli riservò un intero capitolo del suo diario: sosteneva
che al signor Keely era stato concesso il permesso di oltrepassare un limite, che
aveva inconsciamente scoperto la terribile forza siderale atlantidea, chiamata
Miscela o Mash Mak.
Una forza talmente distruttiva che in possesso di un moderno Attila ridurrebbe
l'Europa al suo caotico primitivo stato in pochi giorni e senza testimoni in
vita.
Molti monumenti antichi emettono vibrazioni a bassa frequenza: dagli obelischi di
Karnak, alla Grande Piramide di Giza. I monoliti di Stonehenge amplificano i
suoni prodotti durante le cerimonie e le rovine di Tihauanaco in Bolivia mostrano
intagli nelle colonne simili a diapason. Chichen Itza è una città Maya in cui
l'eco si riflette da un angolo all'altro senza che si riesca a capir come sia
possibile. mentre suono prodotto alla base della Piramide del Mago ad Uxmal,
riproduce alla sua sommità una specie di cinguettio...
Sarà solo un caso, ma i vicini di Ed affermavano proprio di sentire un suono
continuo durante le notti incui lavorava: come una vibrazione molto molto
bassa...
Leedskalnin la realizzò per Agnes la Tavola di San Valentino nel caso un giorno
si fosse dimenticato di comprarle un regalo per l'occasione, ponendo al suo
centro una sempreverde. Molto Romantico. Ma è possibile che ad assecondare questo
romanticismo, ci sia una tecnologia futurista?
Di certo un controverso e geniale scienziato che entrò in contatto con Ed era
Nikola Tesla. Li accomuna
l'avversione della Scienza ufficiale nell'interpretare i loro esperimenti e le
lunghe notte solitarie passate dai due ricercatori a lavorare su esperimenti
misteriosi e affascinanti in un America che non era la loro patria.
Nato in Croazia, nel 1856, Nikola Tesla fu probabilmente uno dei più brillanti
scienziati del Novecento. A lui si devono molte scoperte scientifiche, anche se
non tutte gli vengono formalmente riconosciute: la corrente alternata, la prima
stazione al mondo di energia idroelettrica, persino la radio. La sua vita è stata
una serie incredibile di trionfi scientifici, seguiti da un'altrettanta serie di
personali disastri commerciali. Le poche opere che seppe portare a termine ancora
oggi lasciano sbalorditi, come l'illuminazione a fluorescenza o la sismologia In
una delle sue ultime lettere scrisse: "Provo continuamente un senso di profonda
soddisfazione nell'apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il
mondo per illuminare i momenti oscuri dell'esistenza, per migliorare la qualità
della vita e per dare felicità alla gente in ogni angolo del mondo". Il 7 Gennaio
del 1943 Tesla morì come aveva vissuto: solo, povero e destinato all'oblio:l'FBI
infatti requisì tutto il suo lavoro e lo secretò, dichiarandolo "Top Secret"
Il cancello "9Tons Gate" pesa 9 tonnellate e la su apertura apre ulteriori dubbi.

meccanismo (basta il dito di un bambino per far girare la porta) la realizzazione
deve avere una precisione estrema: secondo alcuni serve un raggio laser.
L'anima di questo cancello è infatti attraversata per oltre da due metri e mezzo
da un foro che ospita l'asse portante e che passa, con precisione millimetrica -
da laser, appunto - per il centro di gravità dell'intero cancello. Che calcoli ha
fatto Ed? E come ci è riuscito lavorando di notte e sempre e costantemente DA
SOLO?
Ma non è ancora tutto: il punto non è solo che Ed, lavorando ogni notte, di
nascosto, da solo, usando strumenti insufficienti, sia riuscito a costruire
questa meraviglia per il suo amore. Il punto è che a un certo punto della sua
vita abbia deciso di SPOSTARLA! Di Poche Miglia: da Florida City a Homestead.
Secondo alcuni questo fatto apparentemente senza senso è la chiave per
comprendere Coral Castle. Secondo gli appassionati di scienza alternativa è come
se Ed avesse in questo modo voluto lasciare dette due cose: La prima è che tutto
il castello si può spostare senza fatica.
La seconda è che si possono usare le griglie del campo magnetico terrestre: una
di queste passerebbe proprio per i due punti individuati da Homestead e Florida
City.
Tutti i tentativi di spiegare Coral Castle finiscono, in un modo o nell'altro,
per chiamare insomma in causa conoscenze non condivise dalla scienza attuale:
come se Ed conoscesse qualcosa di "magico".
La Magia di Ed, poteva forse essere solo la conoscenza di COME utilizzare le
conoscenze scientifiche dell'epoca in un modo ancora sconosciuto.
Di certo, in questa storia, c'è solo che nessuna magia può aver ragione
dell'Amore.
Edward Leedskalnin morì infatti nel 1951 senza essere mai riuscito a mostrare il
castello alla sua amata Agnes.
Tutto ciò per cui aveva vissuto si rivelò un assoluto fallimento. E non solo: nel
1980, lo stato della Florida
riuscì a contattare la ormai 83enne Agnes, offrendole viaggio e soggiorno per
farle vedere ciò che Ed aveva costruito per lui 30 anni primai. Ma ùlei rifiutò.
Semplicemente: non le interessava.

La storia di Coral Castle si chiude con un'ultima beffa del destino. Superati i
60 anni, Ed aveva dato segni di voler rivelare il segreto della sua costruzione.
Sembra che avesse addirittura invitato alcuni amici stretti per il racconto finale. Era il 7 novembre del 1951. Ed andò a farsi controllare un piccolo dolore al Jackson Memorial Hospital. All'entrata del castello lasciò un cartello per gli amici con scritto: "Right Back", torno subito. Ma Ed non torno né subito né mai più. Quel dolorino era un male al fegato che lo portò via per sempre, insieme al segreto del Castello di Corallo...

domenica, marzo 29, 2009

TAG, ovvero il "senso" imperfetto.

BLAparole,
BLABLApensieri,
BLABLABLAsupposizioni.

Cosa ti passa dentro?
rabbia, fastidio, dolore, compressione, coinvolgimento, devastazione, stravolgimento,immaginazione, pensiero, paragone, motivazione, spiegazione, comprensione.

Sono sicura che esitano molteplici correlazioni fra la filosofia che sta dietro al "sano,sicuro e consensuale", apparentemente alla base dell'appartenenza e dell'essenza della sottomissione, ma con risvolti sorprendenti quando ci affacciamo cercando di dare un senso alla reciprocità dei bisogni, attivi o passivi che siano.

Della serie: si salvi chi può....................

martedì, marzo 24, 2009

Ora



Fuori, le mura... come un abbraccio.

lunedì, febbraio 23, 2009

Baratro


Si schiude ciò che offre la semina
e sarebbe necessario far sbocciare i sogni silenziosi
a cui non siamo riusciti a dare un significato.
Il tempo è giunto e mi coglie impreparata... come sempre.
Ma il tepore della brezza soffia sul mio viso e annuso l'aria.
Sogno un nuovo inizio, mentre sul ciglio del baratro osservo
e so che mi lancerò,
felice di farmi annientare dalle mie stesse emozioni.

sabato, gennaio 31, 2009

Ambra




L'aria è gelida come una lama di ghiaccio.
La calma diluita nel silenzio,
i nostri respiri solo intuibili.
Sguardi di garza nell'ambra dei tuoi occhi,
di fronte ai quali non posso che chinare i miei
Nel nero profondo della tua gola.. dove mi perdo,
inaspettatamente,ogni volta
.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Caffè e neve

E’ una mattina di dicembre, limpida e dall’aria frizzante.
Stanotte ha nevicato e ora un leggero velo candido copre ogni cosa attutendo i rumori della giornata appena iniziata.
Non voglio interrogarmi su ciò che è successo, non ancora.

Nel mio profondo mi sento ancora tua, il languore non mi ha abbandonato e mi regalerei a te in ogni modo pur di farti piacere.
Imbocco quasi per caso una stradina laterale del centro. Entro nel primo bar che incontro, ordino un caffé e mi siedo ad un tavolino un po’ discosto vicino alla vetrata che si affaccia sulla strada.
Ora posso permettermi di lasciar scorrere di nuovo le sensazioni.
Ci eravamo messi d’accordo che avremmo passato un po’ di tempo insieme“Ho voglia di giocare” mi hai sussurrato al telefono “Fai come ti dico e mi aspetto che il tuo desiderio sia farlo al meglio”
Indicazioni precise: Corsetto di pelle, il collare… quello di metallo, autoreggenti nere, gonna lunga… quella con lo spacco laterale vertiginoso.Null’altro.
Osservo le mie mani e penso alle tue….Apri lentamente lo spacco della gonna prendendo il bordo fra indice e medio e chinando appena il capo di lato per osservare meglio la mia nudità, il mio pube rasato che contrasta con tanto nero che avvolge.
Mi guardi e sorridi appena. Non sono piccola e mi sovrasti nonostante i tacchi.
Giri attorno come a valutarmi attentamente, ti fermi alle mie spalle. Silenzio.Dolcemente prendi i miei polsi e li imprigioni nei bracciali di cuoio; io socchiudo gli occhi, mi piace l’odore del cuoio… mi eccita.
Con un laccio unisci i braccialetti dietro la mia schiena, ti avvicini con il capo e mi sussurri: “Ora sei tutta mia… lo sai vero?’”
Sento le tue labbra assaggiare le mie spalle, lentamente e la gonna scivola ai piedi.
Poi l’oscurità. Bendi i miei occhi con una fascia di seta nera.
Le tue mani mi comunicano i tuoi desideri, mi accompagni verso il letto dove mi fai inginocchiare con la schiena eretta.
Abbassi il bustino strattonandolo un po’, quanto basta per scoprire il seno.
Prendi fra le dita i miei capezzoli duri giocando. “Ti piace?”
Il suono della tua voce è caldo, passionale e proprio quando sto per socchiudere le labbra per risponderti, stringi molto forte provocando una stilettata dolorosa che mi fa arretrare.
“Ferma!” Imperativo non molli la presa, anzi, imprimi maggiore forza e non mi resta che trattenere il fiato.
Lo so che mi stai osservando, lo sento. So di essere bella così, bendata, schiena dritta, il seno fuori dal bustino, il collare, i capezzoli eretti, le mani legate dietro la schiena, le gambe leggermente divaricate, aperta e bagnata… Completamente tua e delle tue mani.
Persa nei miei pensieri non mi sono accorta del cameriere in piedi accanto a me…“Signora.. Il suo caffè”, sembra quasi imbarazzato, chissà da quanto tempo è lì. Gli sorrido divertita dalla situazione, pago e mi rituffo nel ricordo delle sensazioni osservandolo allontanarsi.
Chissà cosa avrà pensato, penso scuotendo leggermente il capo.Sorseggio il caffé ormai freddo e mi ritrovo di nuovo ad osservare le mie mani.
Amo osservare le mani, le mani raccontano e sussurrano le pieghe emotive dell’anima.Le mie hanno saputo prendersi ciò che desideravano. Mani di donna consapevole delle proprie possibilità.
Sento i tuoi passi attorno a me. Nel mio buio tendo i sensi, immagino i tuoi movimenti.Il silenzio totale improvvisamente riempie lo spazio e il tempo. Sento solo quel rimbombare maledetto dentro al petto. Taci…
Non ti sento eppure so che sei qui. Non posso vederti ma quel filo sottile che mi tiene la mente mi impedisce di scivolare è tenace.
Passano alcuni minuti, o secondi… Non so.
Ti sento armeggiare mentre il buio mi avvolge. Non riesco ad avere paura, istintivamente so che non me ne farai, non quello che non voglio.
Difficile identificare alcune situazioni con il sesso e tanto meno con l’amore.
E’ passione che nasce percettivamente dalla pelle, dagli odori, dal gusto delle emozioni, della fantasia di sentirlo ancora fra le gambe, dare calore e ricercarlo.
Gli occhi, il cervello e il cuore ne sono esclusi.Con te non è stato così. Con te gli occhi hanno cercato indizi, il cervello ha trovato strategie, il cuore ha momentaneamente taciuto.
Siamo simili, io e te. Abbiamo la capacità di manipolare gli altri ed usarli per i nostri fini. Per il nostro piacere e divertimento. Ma io ho qualche anno in più.
Le tue mani calde si appoggiano dolcemente sulle spalle e simmetricamente salgono verso il collo incontrando il collare di maglia metallica, me lo stai togliendo e non comprendo il tuo gesto."Ho una sorpresa per te". Mentre parli il mio collo è circondato da qualcosa di ruvido, fastidioso e pungente, immagino il movimento delle tue mani e sento che stai annodando qualcosa.
Allo stesso modo sento le tue mani passare tra le gambe, qualcosa di ruvido fra le grandi labbra scorre, poi sulla clitoride, movimenti studiati. Nodi e ancora nodi… dolore e piacere.“Non voglio sentirti nemmeno fiatare”
La tua voce giunge vicina e improvvisa, sobbalzo.
La tua mano calda e rassicurante si appoggia sulla mia gamba e non posso fare a meno di cogliere l’incongruenza fra il duro tono delle parole e la dolcezza della carezza.
Un brivido di piacere mi assale, e non posso che immobilizzarmi desiderando 1000 corde per poter dare a loro la responsabilità del tuo ordine.
Sento il tuo alito caldo vicino al mio orecchio, dietro la nuca, le tue mani iniziano ad accarezzarmi lentamente il seno scivolando verso il basso. Non hanno fretta le tue mani… la mia pelle si.
Nell’oscurità i sensi moltiplicano le loro capacità, esaltando ogni curva, ogni piega della mia pelle.Le tue mani raggiungono il bacino soffermandosi sulla vita indugiando per poi tornare sulla pancia e scendere fino al pube.
Il mio respiro si fa affannoso mentre il palmo della tua mano scende ancora di più, fermandosi sul mio sesso come in attesa ad accogliere un dono.
“Puttanella… sei tutta bagnata” Ti fermi improvvisamente spingendomi bocconi piegata sul letto.Non mi sono mai sentita oscena, è una sensazione che non mi appartiene. Anche in quella posizione, completamente esposta a te.La verità è che mi fai stare bene, perché con te posso essere donna, schiava o puttana.Alla fine eccomi qui, pronta ad offrirmi a te, a confondere i nostri odori.
La corda che credo essere di canapa, in questa posizione preme contro la clitoride… uno, mille aghi e un morboso piacere avvolge i miei sensi. Accarezzi le mie natiche con un tocco deciso, so cosa sta per accadere. Il primo colpo arriva e come sempre mi spavento.“La puttanella si bagna senza permesso e ora si stupisce?”
La voce ironica mi infastidisce, i colpi si susseguono decisi e ritmici, una carezza, e un colpo, e poi di nuovo. La pelle brucia ribellandosi, la mente no; non sento dolore, voglio solo che il gioco continui…Taccio, le mie ansie sono fuori di noi.
Quante volte mi sono sentita esplodere in mille frammenti e desiderare due braccia forti che tengono il tutto con la voglia della determinazione, con la forza della volontà… tienimi.
Mi piace quando, chi stimo, riesce a leggermi dentro, ad andare un po’ più in la dell’impressione, a voler rischiare.
E come se tu mi leggessi nel pensiero… accade. Afferri la corda ruvida che mi circonda il collo e mi fai rialzare appoggiandomi contro il tuo petto caldo e mi abbracci stringendomi forte fino a farmi mancare il respiro.
Rigiro fra le mani la tazzina del caffè mentre combatto fra la voglia di rimanere a pensare a noi e decidermi ad uscire. Esco dal locale dopo aver salutato il cameriere con un sorriso e mi tuffo nell’aria frizzante e nel sole.
I pensieri mi seguono nel mio incedere, medito sul nostro modo di stare insieme, sul nostro modo di appartenerci.

Il senso dell'appartenenza scuote e scandalizza alcune menti giudicanti, scuote chi non sa comprendere e dare il significato intrinseco che merita, identifica solo il sopruso e la perversione, in realtà il nostro è un mondo di emozioni, di istinti, di sensazioni, di fantasia, di accettazione condivisione reciproca.
Sorrido sai? Sorrido degli istanti intensi: per me l‘olfatto e l’udito… per te il tatto e la vista a tracciare i contorni di un momento, di un rapporto… il nostro.
Il nostro averci e appartenerci.

SetaNera

martedì, ottobre 21, 2008

Definizioni


Cosa c'è di più complicato della definizione di un pensiero?

Un pensiero è la cosa più personale che possa esistere,

inquinato dalle mille sfaccettature da cui è nato,

colorato dalle infinite implicazioni,

arginato dalle esperienze personali.

Il pensiero è "Proprio".

Ci sono pensieri che fanno nascere emozioni silenziose

che ci rindondano dentro, a cui finiamo noi stessi con l'abituarci.

Non riesco a regalarti i miei pensieri...

Non come vorrei almeno.

Per farlo dovresti riuscire a vedere le cose dal mio punto di vista,

e comunque non sarebbe la stessa cosa.

Perchè non bisognerebbe mai scordarsi delle occasioni perse,

Non bisognerebbe mai scordarsi che non è mai "il tempo giusto".

A volte... non è il tempo.

A volte manca tutto e nulla è al suo posto di quello che vorresti

e non ne comprendi la ragione.

Gli atti distratti, ti fanno far finta di non scordare mai nulla.

E' come fare un girotondo mischiando i pezzi di due puzzle:

passato e futuro e chiedersi se troverai, per caso, due pezzi identici.

 

venerdì, settembre 26, 2008

Quando

                                               

Ne parleremo...


Quando ne avrai voglia


quando sarai più calma


quando arriverà Novembre


e i muri di nebbia ci perderanno al successivo incrocio.

mercoledì, settembre 10, 2008

Farsi dimenticare


Solo le persone veramente sentimentali possono divenire ciniche fino al midollo.


A stentare a chiudersi è la prima ferita, poi si cicatrizza e finiamo con il diventare una massa di lividi e bernoccoli più o meno vecchi, eppure andiamo avanti lo stesso, ci rialziamo e ricadiamo....


Allora conviene respirare pianissimo e farsi dimenticare acciambellandosi come un gatto, facendo finta di non esistere.



domenica, settembre 07, 2008

Il Patto

La sofferenza viene dal rifiuto al cambiamento.


Voglio scivolare.


Il cuore si abitua a battere di meno, per imparare a non battere più affatto...




Nulla è semplice.


Nessuna vita è semplice, nessun amore: piuttosto un'intesa, un patto fra cuori, menti, e anche (perchè no)... fortuna.

venerdì, agosto 29, 2008

L'idea del piacere

"Credo che l'essenza di questo incanto, che mi ha fatto perdere il contatto del tempo e della mia vita, sia la passione...sono i fasci infiniti dei rovi ardenti che ho raccolto a piene mani, accogliendoli nella mia carne, proprio nel punto fantastico dove fioriscono i desideri, quelli che ho avuto, e quelli che non ho osato avere, da quando ho contemplato l'idea del piacere..."


(tratto da "Il Legame" di Rita El Khayat)


mercoledì, agosto 27, 2008

Ora

Non riesco a non desiderare affetto,

e non riesco a non considerarlo una debolezza.

Trattengo la mia spontaneità,

freno i miei istinti... pondero e valuto.

Provoco per avere conferme,

per sapere di essere davvero voluta e desiderata.

Te l'ho detto e te l'ho chiesto:

non lasciarmi scivolare via,

non lasciarmi nei miei silenzi..

non me lo permettere perchè nei miei silenzi...

io muoio.

Ed è successo.

Abbiamo ammonticchiato minuziosamente problemi e incomprensioni

conditi sapientemente dall'incapacità di comunicare.

E io muoio.

Mi piacerebbe saper esprimere il risentimento,

ma non ne sono capace e mi odio per questo...

il silenzio mi attanaglia

e le parole mi si chiudono in gola in un magone senza fine

"ne parleremo quando ti sarai calmata..." mi hai detto

e non ti rendi conto a cosa porta tutto ciò...

Nel silenzio costruisco castelli e distruggo.