Sento i tuoi passi attorno a me.
Nel mio buio tendo i sensi, immagino i tuoi movimenti, annuso l’aria.
Il silenzio totale improvvisamente riempie lo spazio e il tempo.
Sento solo quel rimbombare maledetto dentro al petto.
Taci…
Non ti sento eppure so che sei qui.
Non posso vederti ma quel filo sottile che tiene la mia mente
mi impedisce di precipitare, è tenace.
Passano alcuni minuti, o secondi… Non so.
“Non voglio sentirti nemmeno fiatare”
La tua voce giunge vicina e improvvisa, sobbalzo.
La tua mano calda e rassicurante si appoggia sulla mia gamba
e non posso fare a meno di cogliere l’incongruenza fra il duro tono delle parole
e la dolcezza della carezza.
Le corde fissano le mie caviglie e i miei polsi a questo grande tavolo di legno,
buffo come corrono i pensieri:
“E’ caldo, forse perché ha rubato il calore del mio corpo ed ora me lo restituisce…”
un po’ come tu hai legata a te… nel tempo e ora mi restituisci parte di me.
Mi hai legata seguendo i miei silenzi e le mie paure,
sfiorando a volte le mie frontiere.
Ma ora ti riconosco dentro di me
e sto imparando a tracciare con il pensiero il profilo dei tuoi desideri
e a sorridere sicura delle tue parole.
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