venerdì, settembre 26, 2008

Quando

                                               

Ne parleremo...


Quando ne avrai voglia


quando sarai più calma


quando arriverà Novembre


e i muri di nebbia ci perderanno al successivo incrocio.

mercoledì, settembre 10, 2008

Farsi dimenticare


Solo le persone veramente sentimentali possono divenire ciniche fino al midollo.


A stentare a chiudersi è la prima ferita, poi si cicatrizza e finiamo con il diventare una massa di lividi e bernoccoli più o meno vecchi, eppure andiamo avanti lo stesso, ci rialziamo e ricadiamo....


Allora conviene respirare pianissimo e farsi dimenticare acciambellandosi come un gatto, facendo finta di non esistere.



domenica, settembre 07, 2008

Il Patto

La sofferenza viene dal rifiuto al cambiamento.


Voglio scivolare.


Il cuore si abitua a battere di meno, per imparare a non battere più affatto...




Nulla è semplice.


Nessuna vita è semplice, nessun amore: piuttosto un'intesa, un patto fra cuori, menti, e anche (perchè no)... fortuna.

venerdì, agosto 29, 2008

L'idea del piacere

"Credo che l'essenza di questo incanto, che mi ha fatto perdere il contatto del tempo e della mia vita, sia la passione...sono i fasci infiniti dei rovi ardenti che ho raccolto a piene mani, accogliendoli nella mia carne, proprio nel punto fantastico dove fioriscono i desideri, quelli che ho avuto, e quelli che non ho osato avere, da quando ho contemplato l'idea del piacere..."


(tratto da "Il Legame" di Rita El Khayat)


mercoledì, agosto 27, 2008

Ora

Non riesco a non desiderare affetto,

e non riesco a non considerarlo una debolezza.

Trattengo la mia spontaneità,

freno i miei istinti... pondero e valuto.

Provoco per avere conferme,

per sapere di essere davvero voluta e desiderata.

Te l'ho detto e te l'ho chiesto:

non lasciarmi scivolare via,

non lasciarmi nei miei silenzi..

non me lo permettere perchè nei miei silenzi...

io muoio.

Ed è successo.

Abbiamo ammonticchiato minuziosamente problemi e incomprensioni

conditi sapientemente dall'incapacità di comunicare.

E io muoio.

Mi piacerebbe saper esprimere il risentimento,

ma non ne sono capace e mi odio per questo...

il silenzio mi attanaglia

e le parole mi si chiudono in gola in un magone senza fine

"ne parleremo quando ti sarai calmata..." mi hai detto

e non ti rendi conto a cosa porta tutto ciò...

Nel silenzio costruisco castelli e distruggo.

giovedì, agosto 07, 2008

mercoledì, maggio 07, 2008

Tributo a Giorgio Gaber

Quando sarò capace d'amare


Quando sarò capace d'amare

probabilmente non avrò bisogno

di assassinare in segreto mio padre

né di far l'amore con mia madre in sogno.



Quando sarò capace d'amare

con la mia donna non avrò nemmeno

la prepotenza e la fragilità

di un uomo bambino.



Quando sarò capace d'amare

vorrò una donna che ci sia davvero

che non affolli la mia esistenza

ma non mi stia lontana neanche col pensiero.



Vorrò una donna che se io accarezzo

una poltrona, un libro o una rosa

lei avrebbe voglia di essere solo

quella cosa.



Quando sarò capace d'amare

vorrò una donna che non cambi mai

ma dalle grandi alle piccole cose

tutto avrà un senso perché esiste lei.



Potrò guardare dentro al suo cuore

e avvicinarmi al suo mistero

non come quando io ragiono

ma come quando respiro.



Quando sarò capace d'amare

farò l'amore come mi viene

senza la smania di dimostrare

senza chiedere mai se siamo stati bene.



E nel silenzio delle notti

con gli occhi stanchi e l'animo gioioso

percepire che anche il sonno è vita

e non riposo.



Quando sarò capace d'amare

mi piacerebbe un amore

che non avesse alcun appuntamento

col dovere



un amore senza sensi di colpa

senza alcun rimorso

egoista e naturale come un fiume

che fa il suo corso.



Così vorrei amare.

venerdì, marzo 07, 2008

Processo di anticipazione

Esistono due tipologie di processi di anticipazione:

1) PREVEDERE: attraverso degli INDICATORI (che diventano tali attraverso il processo ripetuto di routine) prevedo cosa sta accadendo.

2) PREVENIRE-PROVVEDERE: evocazione (prevenire) di eventi possibili (prima ancora dell'apparire degli indicatori) e ricerca di strategie (provvedere) mirate al gradimento o meno dell'evento.

L'evento reale futuro probabile e possibile (prevedere) interagisce con il futuro possibile e preferibile (prevenire-provvedere).

Prevedere è Anticipazione basata su capacità intuitive e su giudizio critico al fine di discernere configurazioni di eventi a venire.Queste configurazioni possono presentarsi come:
-cicli: eventi che si ripetono regolarmente
-associazioni: eventi che si verificano in congiunzione con altri eventi
-analogie: eventi che si ritiene (capacità cognitiva) che abbiano la stessa dinamica di altri eventi noti.

Tecniche per la previsione:
-estrapolazione delle tendenze
-stesura degli scenari e delle routine
-tecnica dell'oracolo di Delfi

martedì, marzo 04, 2008

Maturità

Musil diceva: "Il linguaggio dell’amore è un linguaggio segreto e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso".
Abbraccio come contatto, come bisogno, desiderio di comunicazione anche e soprattutto fisica.

Perché l’amore come il sesso porta con sé la voglia di contatto, di toccare ed essere toccati.
Nel gioco dell’amore, ognuno di noi mantiene intatti nel tempo i desideri di sempre, perché il sesso è positivo e gratificante, perché dà gioia e aiuta a guardare avanti con ottimismo, perché è scambio di emozioni e pulsione liberatoria, perché non è mai un gioco a rimpiattino.
L’amore non ha età, e l’amore (purtroppo) non si insegna.
Non ci sono regole da impartire ne, con somma intelligenza… giudizi da dare.
L’aspetto giudicante della personalità, la scarsa autostima producono una miscela molto pericolosa: la rabbia (1).

Sentimento ben lontano in un rapporto cosciente e maturo.
La scienza ci può rivelare la realtà materiale della donna ma non ci dice cosa deve essere una donna né che cosa può essere una donna… per un uomo.
La verità esistenziale di una qualsiasi donna non può venire dedotta dalle scienze, pena il riduzionismo o il biologismo.
Conoscere se stessa è per una donna una prassi difficile, a volte dolorosa.
In conclusione, la verità di una donna non si può fissare in un concetto o cogliere in forma definitiva, ma solo "raccontare".

Al Mercato dei Sogni
dove tutta questa umanità si vende, si compra, e diventa
merce di scambio solo i piccoli ladri sono esseri liberi
ho visto anche loro, scivolavano fra le gambe dei mercanti
e rubavano baci alle giovani donne
avevano gli occhi puliti e le mani veloci
la legge per loro era una beffa
e il mercato un campo di gioco
le ho viste, queste sottili anime leggere
giocare a palla con il proprio cervello in una mattinata
di sole.
(M.G. L.)


1_ La propensione all'invidia della persona narcisista è un fenomeno connesso. Se sono interiormente convinto di avere qualche mancanza e di essere continuamente a rischio di venire scoperto nelle mie debolezze, sarò invidioso di coloro che appaiono soddisfatti o che hanno quelle risorse che secondo me potrebbero compensare le mie mancanze. L'invidia potrebbe anche essere alla base dell'atteggiamento giudicante, verso se stessi e verso gli altri, che si osserva spesso nelle persone narcisiste. Se mi sento carente e percepisco che a te non manca nulla, cercherò di distruggere quello che hai deplorandolo, disprezzandolo o criticandolo (per saperne di più:.Nancy Mc Williams - "La diagnosi psicoanalitica").

venerdì, febbraio 29, 2008

Geisha: artista o cortigiana?

La geisha è al centro dell'immaginario occidentale da oltre un secolo.
Alle sue origini, la geisha era l'esponente di spicco della cultura alternativa, confidente degli uomini più importanti del paese, parte essenziale per il funzionamento della nazione.





Nonostante tutto questo, gli occidentali pensano spesso alla geisha come a una prostituta.
La geisha è l'aristocrazia del mizu shoubai. Ma non è una prostituta. Se fornisce prestazioni sessuali, lo fa a sua discrezione o come parte di una relazione duratura. Il suo lavoro è vendere un sogno - fatto di sontuosità, romanticismo, esclusività - ai più ricchi e potenti uomini del Giappone: politici, uomini d'affari e yakuza.

Un mondo tanto potente... quanto fragile.

martedì, febbraio 26, 2008

Appartenenza





Ogni individuo che frequenta il nostro mondo, che ha pulsioni definite particolari dai più, si è creato nella propria intimità un'idea propria di questa parola: APPARTENENZA.
Il rapporto Master/slave, è sempre un rapporto biunivoco nel quale ogni "protagonista" ricerca il soddisfacimento delle proprie necessità e dei propri desideri.
La necessità di una guida di un "Dom" per una sub non è altro che la necessità per un Master di guidare.
La sub sceglie di essere guidata in un rapporto di sottomissione da un Dom autorevole.





E... dentro la parola autorevole ci sta il mondo.
Si... perchè in questa parola è racchiuso tutto ciò che rappresenta un prerequisito dell'inizio di un rapporto.
Il desiderio di sottomissione da un punto di vista emozionale deve fare necessariamente i conti con il timore della delusione; il dono della sottomissione è totale e necessita di stima, di rispetto e di fiducia.
Tutto questo passa quasi esclusivamente attraverso la comunicazione, verbale o non verbale che sia, ma prima di tutto, dalla voglia di mettere in gioco se stessi in una condivisione di intenti che sia limpida e pulita.

lunedì, febbraio 04, 2008

Il temporale

Hai deciso di volare
sui picchi e scendere sulle vallate,
hai giustificato i tuoi fermi
planando sul mare
aspettando che il temporale si sfogasse in vetta
pensando di avere poi le idee più chiare sulle tue mete


Hai guardato poi il sole sorridendo
senza accorgerti di come, nel frattempo
le correnti si sono assestate sotto di te
spingendo in basso il buio degli abissi perchè tu non lo potessi vedere.

martedì, dicembre 25, 2007

Un pensiero a tutti:
Gli amici lontani e vicini, gli antichi e i nuovi.
Quelli che vedo tutti i giorni e quelli che vedo di rado,
quelli che ricordo sempre
e quelli che, alle volte restano dimenticati,
quelli costanti e quelli intermittenti.
Quelli delle ore difficili e quelli delle allegre,
quelli che mi hanno fatto soffrire,
quelli che conosco profondamente
e quelli dei quali conosco solo le apparenze.
Quelli che mi devono poco e quelli a cui devo molto.
I miei amici semplici e i miei amici importanti.
Tutti quelli che sono passati nella mia vita.
Un pensiero dalle radici profonde perché il ricordo non sfugga mai,
Un pensiero gradevole durante le lotte della vita.

mercoledì, dicembre 12, 2007





Sento i tuoi passi attorno a me.
Nel mio buio tendo i sensi, immagino i tuoi movimenti, annuso l’aria.
Il silenzio totale improvvisamente riempie lo spazio e il tempo.
Sento solo quel rimbombare maledetto dentro al petto.
Taci…
Non ti sento eppure so che sei qui.
Non posso vederti ma quel filo sottile che tiene la mia mente
mi impedisce di precipitare, è tenace.


Passano alcuni minuti, o secondi… Non so.
“Non voglio sentirti nemmeno fiatare”
La tua voce giunge vicina e improvvisa, sobbalzo.
La tua mano calda e rassicurante si appoggia sulla mia gamba
e non posso fare a meno di cogliere l’incongruenza fra il duro tono delle parole
e la dolcezza della carezza.
Le corde fissano le mie caviglie e i miei polsi a questo grande tavolo di legno,
buffo come corrono i pensieri:
“E’ caldo, forse perché ha rubato il calore del mio corpo ed ora me lo restituisce…”
un po’ come tu hai legata a te… nel tempo e ora mi restituisci parte di me.
Mi hai legata seguendo i miei silenzi e le mie paure,
sfiorando a volte le mie frontiere.
Ma ora ti riconosco dentro di me
e sto imparando a tracciare con il pensiero il profilo dei tuoi desideri
e a sorridere sicura delle tue parole.

venerdì, dicembre 07, 2007

A quattro mani





"7... Grazie Signore"
La tua voce è quasi un sussurro.
"8... Grazie Signore"
No, non è per il dolore.
"9... Grazie Signore"
Ti afferri al tavolo con rabbia.
"10... Grazie Signore"


Sei la prima a cui permetto di chiamarmi Signore.
Per tutte le altre, solo Padrone.
Accondiscendente sulla mente che inizio a governare.
Ma indignato del tuo lento adeguarti ai termini che desidero.

Il corpo scosso, come un purosangue alla partenza.
Il tuo corpo e la mia voce.


Non lo sopporti di sentirti piegata e di godere di questo.
Sei nelle mie mani, come tu stessa hai scelto e voluto.

Nuda.
Esposta.
Governata.

Anche quando le corde fermano il tuo corpo e la tua mente,
è la mia voce che si fa strada fra i sensi allertati.
Il resto non esiste... più.

La benda ti dona il buio,
La pelle sensibile, i pensieri perversi.
E le gocce blu, baci di fuoco.

Ti sei lasciata imbrigliare e forgiare,
dalla mia mente e dalle mie mani,
dissetandoti di ogni singolo accento.


Come un direttore d’orchestra ho suonato il tuo corpo
e musicato la tua anima.
Scossa come un’arpa che melodiosa affascina con note languide.
Vibrante come un violino che miagola lascivo.
Libera come un flauto che armonizza l’orgasmo.

La mia troia, la mia carne da gioco.
Il mio metallo da forgiare.

Felice hai sorriso al mio abbraccio,
realizzando quanto io possa giocare con il tuo pensiero.
Non solo con il tuo corpo.

Tokio
SetaNera

mercoledì, dicembre 05, 2007

Mendicanti

Possedere la padronanza dei termini non è mai questione di auto referenza, in questo caso il potere della lingua velenosa ha il sapore della presunzione.
I mendicanti mendicano, e in questo sono nella loro umiltà, altamente referenti di se stessi.
Ed è proprio in questa umiltà, la sola, con cui ci si predispone all’interlocutore con cognizione di causa.
Un interlocutore che ha il potere di giudicare chi ha valore di ESSERE o meno, quindi di ESISTERE con eventuali qualità indefinibili e inconsistenti o addirittura esistenziali, ha il totale controllo della nostra vita.
Ma in quanto umani, a volte pensanti (si spera), siamo i primi interlocutori di noi stessi sempre!
Anche i nostri orgasmi, conseguenza di quello che siamo nel nostro intimo, trapelano fra le righe del nostro “ESSERE” e ci rappresentano anch'essi, di fronte ad un mondo fatto di interlocutori virtuali… ma soprattutto REALI.
Il vero mendicante (nel senso più bieco del termine) è colui che avendo bisogno di un’ora d’amore… non sa come averla.

lunedì, dicembre 03, 2007

La vita ci cambia...

La vita ci cambia...
e improvvisamente ti ritrovi mamma, amica, accompagnatrice, saggia...
quella che si fa troppe seghe mentali,
quella che ha dimenticato l'ironia verso se stessa e il mondo....
quella che non sorride mai con gli occhi.

La fregatura è che quando desideri avvicinarti, finisci per l'essere "solo" una donna... dimenticando e soffocando la "puttanella" che ti sta dentro.




Ho tante immagini di noi insieme e mi danno serenità
e anche stupore per quanto è stato naturale e intenso arrivare a questo.
Alcuni flash... come sabato sera al bar quando mi hai toccato il braccio,
per me è stato un "riconoscerti dentro", un momento molto bello.
E un pensiero... "mi piacerebbe accarezzarti come le tue stesse mani",
chi meglio di loro lo saprebbero fare?

C'è stata un'intimità particolare da subito, anche nelle situazioni difficili e imbarazzanti.
Hai saputo darmi fiducia
creando sempre una situazione di naturalezza.
Abbiamo trovato un’intimità tra di noi come ci si mette mesi di solito,
seppure mai ci si arriva.

Mi hai parlato con voce calma.
Mi hai mostrato senza reticenze chi sei e cosa vuoi.
Mi hai restituito un bel pensiero da pensare quando mi addormento.
Mi hai restituito la voglia di giocare.
Mi hai restituito la mia stessa sincerità.
Mi hai restituito i miei dubbi, le mie paure.. toccandole piano.
Mi hai restituito il desiderio di piacere... in un certo modo.

E quando ti dico "mordimi" é come se ti dicessi:
“sono tua, prendi anche quello che non riesco a darti”.
E mi "riempie" sentire che tu lo vuoi.






lunedì, novembre 26, 2007

Parte Seconda


A me fa male essere molto amata,
non ci sono abituata... è come una cambiale:
prima o poi la paghi.
I miei occhi avidi registrano
e custodiscono gelosamente il mio desiderio,
recipienti di pensieri.
Non sono capace di chiedere, chiedo male.
E non amo la parola "voglio".
Chiedere e volere, non sono quindi
le facce della stessa medaglia?
Alla fine getto un'ancora dove credo vi sia un senso,
dove è necessaria una conferma
per arrivare a gustarne il sapore.



Parte prima

Toccare piano il perimetro dei tuoi malesseri,
sentire ancora la violenza del dolore.
Scostare il velo dei tuoi dubbi e dei tuoi rimorsi,
leggere le ferite e pagarne in qualche modo il dazio.
Sembra una sentenza...
Ognuno ha il suo modo di essere violento.
La violenza remissiva,
quella che non ammette l'abbandono,
quella che non fa i conti con gli errori,che fa finta di dire...
puoi anche andartene via.
E non c'e' nulla gratis.
I pensieri più importanti sono i più difficili da dire,
proprio perchè sono troppo vicini all'anima.
E la sincerità dell'anima parla una lingua ai più sconosciuta.

"Ma la cosa peggiore è quando un segreto rimane chiuso
dentro di noi non per mancanza di una persona che lo racconti,
ma per mancanza di un orecchio che lo sappia ascoltare"(Stephen King).

mercoledì, novembre 21, 2007

Tornanti


Eliminare il rumore di fondo dell'incertezza
per riuscire finalmente a sentire con il tatto del pensiero
la profondità dei segni, delle cicatrici.
Sedare quei sussurri, che non tacciono mai
e mi raccontano della cruda verità delle cose.
Far tacere quelle onde emotivamente distruttive delle mie fondamenta.

Arriva il momento di entrare nel labirinto
per iniziare ad avvolgere il filo che porta al riassetto, alla trasparenza,
per tornare di nuovo ad essere capace di giocare un gioco con garanzia scaduta,
riuscendo a sorridere delle verità troppo grandi, a gioire dei moti dell'anima.
Percepire l'intero, assaggiare l'idea di ciò che è integro in ogni sua parte,
che non ha subito mutilazioni o danni.
Scorgere la possibilità della serena completezza.